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Furore, Il Paese Che Non C’è!
Furore definito “il paese che non c’è”, è un borgo diviso in due: da un lato la sua marina, ovvero il fiordo, dall’altro il paese, con le sue case sparse lungo il costone, praticamente invisibili agli occhi di chi viaggia lungo l’amalfitana.

Il piccolissimo borgo, patrimonio mondiale dell’Unesco è incassato nella montagna, con strette viuzze e scalinate che si inerpicano lungo il costone roccioso, contornate dalle case con facciate coloratissime.

La parte bassa del paese arriva fino al mare, al meraviglioso Fiordo di Furore, una gola alta dove il mare ha creato una magica “laguna”, alla fine di un vallone scavato dal torrente Schiato.

Sopra il Fiordo, ad un’altezza di 30 metri, si erge un ponte dal quale si tuffano i coraggiosi atleti che partecipano ogni anno, al Campionato mondiale di Tuffi dalle Grandi Altezze.

Le rocce a strapiombo, la vegetazione aggrappata nelle fenditure delle pareti, le piccole case, il rumore delle onde, il colore blu del mare ne fanno di Furore un luogo di grande fascino.

Si racconta che il Diavolo in persona sia venuto a trovare gli abitanti di Furore e che i cittadini, essendo assolutamente ostili a questa presenza, divennero letteralmente “furiosi” e lo cacciarono via violentemente. Ma il diavolo, fortemente indispettito da questa inospitalità, decise di lasciare le sue feci proprio all’uscita del paese, in sommità, verso Agerola. Quando però arrivò il momento di pulirsi, lo fece con la prima cosa che gli capitò sotto mano, ovvero un’erba. Quest’erba era tra ortiche più aggressive che esistessero da quelle parti e provocò al “povero” diavolo dolori atroci e tremendi. A questo punto andò via bestemmiando con tutta la sua voce e battendo fortemente i piedi a terra, segnando per sempre quel pezzo di strada con il suo zoccolo caprino. A parte questa storia leggendaria, si pensa comunque che il nome di Terra Furoris le sia stato dato per il fortissimo rumore del mare che nelle notti tempestose si infrange violento contro il Fiordo.

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