Vedi su Maps

Padula, uno splendore assoluto!
Padula si trova a sud-est della provincia di Salerno, nel Vallo di Diano. Risale al 1997 il riconoscimento di questo importante rilievo quale Riserva della biosfera, area protetta a tutela delle biodiversità. Il nome deriva dal latino paludem, palude, infatti in passato nella pianura sottostante si estendeva una palude.

La nascita di Padula risale al IX-X secolo quando, cessate le incursioni saracene, la popolazione che si era rifugiata nelle alture preferì insediarsi sulla collina, in prossimità della via consolare, dove ancora sorge il centro abitato.

Il comune di Padula è ricco di beni di interesse storico-archeologico da visitare. Oltre le Chiese, i monasteri e gli antichi palazzi è sede del Museo Joe Petrosino, il Museo Civico Multimediale e quello del Cognome. Ogni anno migliaia di turisti visitano il territorio per ammirare i siti che lo esaltano.

Merita un viaggio la Certosa di S. Lorenzo, anche conosciuta come Certosa di Padula che, maestosa si erge su un vasto pianoro ai piedi del Centro Storico. Lo stile architettonico è quasi prevalentemente barocco, infatti sono davvero poche le tracce trecentesche superstiti. Il complesso conta circa 350 stanze e occupa una superficie di 51.500 metri quadrati di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro, tra i più grandi del mondo. La Certosa di San Lorenzo, infatti, grazie alla sua vasta estensione è seconda solo alla Certosa di Grenoble in Francia.

Nonostante le profonde trasformazioni nel corso dei secoli, ha conservato la sua struttura originale. Gli ambienti sono distinti in una parte alta, dove alloggiavano i padri certosini che conducevano una vita intimamente religiosa ed ascetica; una parte bassa dove stavano i conversi che avevano il compito di curare i rapporti con le comunità dei territori circostanti, di amministrare i beni dell’ordine, di sovrintendere alle attività agricole ed artigianali. La Certosa quindi era una grande azienda in cui i certosini organizzavano la produzione agricola e tutte le attività artigianali ad essa connesse, mentre i monaci di clausura producevano e commissionavano arte e cultura.

La visita alla Certosa è l’occasione per vivere ed immergersi per un paio d’ore nella vita che conducevano i frati benedettini e ammirare sia gli ambienti di culto e di contemplazione quali il chiostro, la libreria con il suo meraviglioso pavimento in ceramica di Vietri, le cappelle con i loro marmi e gessi di scagliola finissima, le celle dei monaci, per rendersi conto di qual era la loro vita di studio e meditazione; ma anche la grande cucina, le cantine con le enormi botti di vino, le lavanderie e tutte le coltivazioni esterne.

Mille uova per il re!
Alla certosa viene ricordato un evento curioso. Era il 1535 e l’imperatore Carlo V dopo la campagna di Tunisi, sulla strada di ritorno verso Napoli, capitò con il suo esercito da queste parti e dato che necessitava di un ricovero urgente, chiese di essere ospitato. I monaci presi da euforia nell’avere a cena un ospite così importante, abbandonarono pace e silenzio per una frenetica corsa alla ricerca della cena perfetta. E poiché erano umili e poveri e non potevano offrire un banchetto degno di un re, cercarono comunque di stupirlo e raccolsero tutte le uova che riuscivano a recuperare, per fare una frittata gigantesca. La storia ci parla di ben 1000 uova! Come abbiano fatto a cucinarla e servirla resta un mistero, ma ancora di più rimane l’interrogativo su come abbiano trovato così tante galline.

Per saperne di più su Borghi, scrivici

Se ti è piaciuto questo articolo su Padula fallo sapere ai tuoi amici
ADV-G1